Museo Naif José Miguel da Fonseca
Un giorno come tanti altri, arrivavo una volta ancora in Portogallo a passare qualche giorno col « mio » Miguel che era venuto a prendermi all’aeroporto. Nella macchina che ci stava riportando a Sétubal mi disse : “ tu che ami il pesce, sarai felice, ce n’è molto a casa.” E io pensavo : “oh la la ! ci sarà molta puzza ….” ma ben si sposa un uomo con tutto il suo contesto, o non lo si sposa. Cosi che l’odore e i pesci mi uscirono completamente dalla testa. Noi cenammo nel piccolo ristorante vicino a noi, poi rientrammo per dormire e mentre mi stavo togliendo il maglione, mi prende la mano accompagnandomi in un piccolo capannone chiuso, di fronte alla casa. La mi attendeva “attenti” dei pesci essiccati e dipinti, appoggiati contro dei vasi, altri appesi al soffitto ; ce n’erano di tutti i colori, certi appoggiati su delle scafe, altri su delle pietre … dappertutto. Entrammo e tutte queste piccole meraviglie mi saltarono agli occhi: “oh! Miguel … ma è meraviglioso.” Niente d’altro … : la sua vocazione era nata. E sognando pensavo alla responsabilità che si ha verso degli esseri cosi semplici : se avessi detto : « che orrore » oppure “questo non vale niente”, nella sua delusione avrebbe buttato tutto nel pattume. Che gioie e splendori sarebbero allora andati persi.
Dall’inizio fino ai nostri momenti perduti, a Sétubal, Miguel e io andavamo a passeggiare. Un giorno Miguel mi porta alla discarica e i nostri occhi erano su tutte queste cose inutili che arrugginivano e marcivano ricoperte di tempo e altre dall’erba. A un certo momento i suoi occhi cadono su un vecchio pennello che aveva non più di 3 o 4 peli e lo raccoglie. Fino a quel momento dipingeva con una delle penne dei suoi piccioni e un chiodo per le perforature. Nella mia ingenuità pensavo che gli bastassero, ma quando ho visto la sua gioia nell’aver trovato questo povero vecchio pennello, gliene ho comperato uno nuovo … e eccitato: “ora che m’ha donato un pennello, tutto cambia!” E io pensavo, sognatrice, alla responsabilità che si ha quando accanto si hanno esseri cosi semplici.
Molto più tardi, dopo almeno 20 anni e forse più, di tanto in tanto prendeva due piccoli barattoli di colore e mi diceva : « cosa ne pensi, metto questo blu o questo verde ?” E io cercavo di aiutarlo a trovare da solo facendo finta di dargli il mio parere … “Vado a mettere quello, finiva per dire mettendo le mani su un terzo piccolo barattolo.