Chi siamo
Un gruppo di persone che …
vogliono salvare quanto più possibile le tradizioni popolari, le memorie del territorio e l’insegnamento degli anziani che troppo spesso sono relegati dal resto della società e ignorati, non ascoltati. Prevaricati da una “cultura del titolo”, “della carta”, “della fretta”; una cultura cieca nel suo Ego, fragile nel proprio Io, incapace di vedere la ricchezza custodita in queste persone, che se ne stanno andando con quel bagaglio di conoscenza così importante per l’equilibrio del nostro Essere, la nostra Salute …
vogliono risvegliare il valore e l’importanza di alcune importanti tradizioni …
operano per cercare di salvaguardare l’Ambiente in cui vivono …
vogliono fare sport nel modo più naturale possibile …
vogliono ritrovarsi lontano da un computer, magari attorno ad un fuoco, giocando … ballando … mangiando … cantando stonati …
vogliono “fare”, stimolare, proporre cultura …
vogliono creare amicizia …
Un gruppo di persone che …..
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La diffusione della pratica sportiva tesa al miglioramento della condizione fisica e psichica personale; al miglioramento degli stili di vita e delle relazioni sociali; la promozione di attività ricreative e culturali per l’esclusivo soddisfacimento di interessi collettivi.
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Recupero/mantenimento delle nostre tradizioni, attraverso un approfondito lavoro di ricerca sul campo e completato in biblioteca, nei musei ecc, dove i ricercatori ISA, hanno il compito specifico di recuperare la “fisiologia corretta” ciò il modo in cui la persona si adopera per compiere quel lavoro, quella cosa, ecc. Questo lavoro chiamato Ricerca “Etnofisiologica” è la materia base di tutte le attività I.S.A.
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Promuovere la diffusione della cultura ambientalista e naturalista, cercando di salvaguardare l’ambiente in cui viviamo attraverso la promozione e l’utilizzo di prodotti biologici ecocompatibili e possibilmente a “km 0”.
Dallo Statuto Sociale:
TITOLO II – SCOPO e OGGETTO
Articolo 2 – L’associazione nasce al fine di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi, senza finalità di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati. Scopo dell’associazione è in particolare la diffusione della pratica sportiva tesa al miglioramento degli stili di vita, della condizione fisica e psichica nonché delle relazioni sociali e la promozione di attività ricreative e culturali per l’esclusivo soddisfacimento di interessi collettivi.
Articolo 3 – Al fine di perseguire gli scopi istituzionali, l’Associazione può organizzare attività quali:
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promuovere e sviluppare attraverso l’utilizzo del metodo APLOMB attività sportive dilettantistiche riconosciute dalle Federazioni sportive e/o dagli Enti di Promozione Sportiva cui l’associazione aderisce, in particolare nelle discipline quali il Ju-Jitsu, il Ko-Budo, lo Shiatsu, lo Yoga e la ginnastica;
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organizzare manifestazioni sportive, culturali, ricreative in via diretta o collaborare con altri soggetti per la loro realizzazione;
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promuovere attività didattiche per l’avvio, l’aggiornamento e il perfezionamento nelle attività sportive;
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studiare, promuovere e sviluppare nuove metodologie per migliorare l’organizzazione e la pratica dello sport e del tempo libero;
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gestire impianti, propri o di terzi, adibiti a palestre, campi e strutture sportive di vario genere;
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organizzare squadre sportive per la partecipazione a campionati, gare, concorsi, manifestazioni ed iniziative di diverse discipline sportive;
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indire corsi di avviamento agli sport, attività motoria e di mantenimento, corsi di formazione e di qualificazione per operatori sportivi;
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promuovere e sviluppare la Ricerca “Etnofisiologica”, divulgandone gli insegnamenti a mezzo di seminari, conferenze corsi e prove pratiche in campo;
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promuovere la diffusione della cultura ambientalista e naturalistica;organizzare attività ricreative e culturali a favore di un migliore utilizzo del tempo libero dei soci, ivi compresa l’organizzazione di attività turistica.
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Per divulgare i propri scopi, attività e progetti l’Associazione si avvale di corsi, conferenze, seminari, laboratori, mostre fotografiche, Allestimenti “Etnofisiologici” ecc.
L’Associazione I.S.A Italia è riconosciuta dall’ISA di Parigi, diretta dalla Ricercatrice Francese Noëlle Perez Christiaens.
Caposcuola I.S.A.
Istruttori Internazionali
Anne Brown de Colstoun
Christine Provost
Georgette Chabin
Georgia Leconte
Ginette Guédu
Nicole Blouet le Coz
Odile Thibault
Istruttori Nazionali
Annamaria Rossi
Carla Melchiorri
Claudia Bianchi
Elisa Biondi
Luisa Veratti
Paola Oliviero
Roberta Pizzi
Simonetta Bursi
Stefano Lenzi
Formazione istruttori ISA Italia e Internazionale
Formazione istruttori ISA Italia
L’appiombo “essere in asse”, è la postura corretta in tutte le posizioni della vita quotidiana. E’ la posizione di massimo rilassamento e quindi minor fatica che ogni persona “ha” e può riacquistare se persa, in qualsiasi circostanza della vita. Ogni specie si stabilizza quando ha trovato un certo appiombo nella forza di gravità e quando se ne discosta si degrada: l’equilibrio osseo diviene imperfetto, il gioco naturale del sistema nervoso è perturbato, insorge una sensazione di disagio apparentemente senza causa.
Queste le probabili cause di tanti dei nostri malesseri come: dolori alla schiena, al collo, problemi alle anche, alle ginocchia, ai piedi, tensioni alle spalle, affaticamento agli occhi, respirazione breve ed insufficiente, ed altri ancora.
Attualmente molte persone vivono con il bacino leggermente proteso in avanti, cioè in tensione continua, tensione alla quale si è talmente abituati da non percepirla più. Il “semplice” rimettersi sull’asse costituisce di per sé una terapia i cui effetti benefici sono inimmaginabili. Questo asse è naturale per i nostri nonni o bisnonni e lo è ancora per tutte le persone che vivono in una civiltà tradizionale (Portogallo, Italia del Sud, India, Africa, Sud America, ecc…) e anche per i nostri bambini fino a quattro / cinque anni.
Nei corsi si studiano e analizzano le problematiche posturali inerenti la vita quotidiana, lavorativa e sportiva, allo scopo di eliminare gli atteggiamenti e le posture scorrette. In funzione delle esigenze si praticano esercizi di potenziamento, stiramenti e Do In.
Concept
L’Aplomb est une rééducation naturelle des attitudes de la vie quotidienne par une étude approfondie de l’équilibre de l’être humain tel qu’il s’est constitué au cours de l’évolution.
Que signifie le mot “aplomb” ?
Quand l’employons nous dans le langage courant ?
On dit par exemple : “cette fenêtre est de guingois, elle n’est pas d’aplomb” ou encore : “cette table n’est pas d’aplomb, mets une cale sous un pied”.De quelqu’un qui “déraille” un peu, on dit qu’il n’est pas d’aplomb dans sa tête…Lorsque l’on est bien planté dans sa tête et sur ses deux pieds, que l’on est sûr de soi, le mot “aplomb” peut devenir péjorativemet le synonyme de : “avoir du culot”.En effet ne pas manquer d’aplomb c’est sentir sa base (la base du tronc) et ses arrières bien assurés.
Discourir de l’aplomb ne sert à rien, il faut aller observer des gens qui ne l’ont pas perdu : petit à petit rééduquer notre oeil, pour observer ceux qui offrent dans leur ensemble une allure et une noblesse d’homo-sapiens bien planté.
L’aplomb ne peut-être en aucun cas transmis par des mots – ni relever d’un enseignement universitaire classique. Il s’agit d’éveiller la sensation juste, une sensation de l’équilbre des poids et contre-poids de chaque os, muscle, obéissant à la gravité.Des cours et séminaires permettront de voir et sentir cet aplomb de l’être humain tout entier.
Ajoutons enfin que l’originalité et la force de l’Institut Supérieur d’Aplomb (I.S.A), est de former des chercheurs en ethnologie qui transmettent aux autres ce que le terrain leur fait peu à peu découvrir.
Storia
Comment s’est développé l’Aplomb ?
Noëlle PEREZ-CHRISTIAENS a commencé en 1959 à travailler le yoga avec B.K.S. Iyengar. En 1976, au cours d’une session à Paris, il lui ouvre les yeux sur le fait que les Occidentaux ont le poids en avant, que leur dos se voûtent, qu’ils sont raides.
Visitant une exposition sur l’Égypte puis le musée Guimet, il attire son regard sur des statues anciennes : les unes semblent tomber dans une chute perpétuelle tandis que les autres sont comme tirées vers le haut.
Noëlle se met au travail et comprend qu’il y a là une piste essentielle pour aider les Occidentaux à retrouver les bases de leur équilibre physique, psychique et même spirituel, en s’ouvrant sur la beauté et la noblesse des personnes qui n’ont pas perdu l’aplomb.
Elle fonde, en 1978, l’Institut Supérieur d’Aplomb (ISA) et part avec son équipe sur différents ” terrains ” à la recherche de personnes qui sont encore d’aplomb pour les prendre comme exemple. Elle remarque que chez un enfant qui commence à se mettre debout, tout s’organise instinctivement vers l’équilibre.
L’observation attentive révèle des trésors sur une autre façon d’être et de vivre. Cela conduit à s’observer soi-même et à travailler pour retrouver les fondements de l’aplomb.
L’aplomb est l’art d’être debout, d’être assis, de se mouvoir avec aisance, sans tensions. Il est la connaissance qui devrait être à la base du yoga, du taï-chi, de tous les sports, de la danse, etc. Sans cela, ces techniques risquent d’être sources de souffrances plutôt que de bien-être.
Les chercheurs de l’ISA apprennent aux élèves à sentir, à percevoir l’attitude juste, en développant l’observation et l’attention.
Certains élèves pourront devenir eux-mêmes des chercheurs de terrain et transmettre, à leur tour, le fil retrouvé de l’aplomb.
Des cours et des séminaires sont donnés à Paris, en Province et à l’étranger. Les élèves y découvrent l’aplomb du bassin, des pieds, de la colonne vertébrale et retrouvent une respiration naturelle, l’équilibre du système nerveux, une plus grande aisance, un bien-être et un approfondissement vers une spiritualité plus profonde.